Articolo Tempo libero Letteratura
I Promessi Sposi e la pittura del Seicento freccemartedì 1 ottobre 2013      


La pittura è un documento storico considerato da Manzoni, che sa rifarsi a temi tipici della pittura lombarda della Controriforma. Più volte l'autore dimostra la capacità di dipingere un'immagine, arricchendola di un valore simbolico, che rimanda alla forza morale, alla passione interiore del personaggio. Un altro elemento interessante è la preoccupazione di sottolineare l'effetto ritrattistico con i colori, che si intensifica passando dal Fermo e Lucia ai Promessi Sposi. Solo nei Promessi Sposi, Agnese, nel ritrarre rapidamente l'Azzeccagarbugli, cita il suo "naso rosso e una voglia di lampone sulla guancia"(cap. III).

Questo valore simbolico de rosso, ricompare durante il pranzo a palazzo di don Rodrigo, dove il dottore, ancora una volta, si distingue per il suo "naso più rubicondo del solito"(cap. V) che, quando è decisamente ubriaco, diviene un "naso più vermiglio e più lucente". Evidente la sfumatura simbolica, per cui l'ubriachezza non assume solo un aspetto conviviale, ma diviene indizio di corruzione sia del singolo che di tutto l'ambiente sociale. Non è privo di suggestione, trovare, proprio nella pittura barocca, un quadro come il Bacco del Caravaggio, in cui si mescolano, derisione del mito dell'ebrezza e senso della corruzione.

L'uso dei colori per caratterizzare lo stato psicologico di un personaggio ricorre, del resto, più volte nei Promessi Sposi. La capacità di comunicare uno stato interiore, puntando sulla visività, per cui i personaggi diventano, anche loro, documenti storici, tasselli nel mosaico spirituale del Seicento, è ciò che collega Manzoni e la pittura lombarda in quel periodo. Questo avviene, in particolare, per i personaggi storici e in specie per Federigo Borromeo, la cui immagine è ricostruita sul modello del cugino S.Carlo, ispiratore di tante opere pittoriche e plastiche, fra le quali, quei teloni del "ciclo Carliano In essi si fa palese la tradizione del realismo lombardo, potato a massima espressione da Procaccini, cerano, Morazzone, Tanzio.

E' la tradizione verista, rispettata da Manzoni in alcune importanti scene del romanzo. Anche la presenza di certi particolari non deve restare inosservata: una somiglianza spiccata c'è fra la scena in cui fra Cristoforo si mette a mangiare nel lazzeretto (cap. XXXV) e il quadro di Daniele Crespi "Il digiuno di S.Carlo". Altri elementi della visione pittorica avvicinano il Manzoni, non solo all'arte della Controriforma in senso lato, ma al pittore, che più spicca in esso: Caravaggio, il quale fu influenzato, notevolmente, dalla scuola lombarda, avendo fatto a Milano il suo apprendistato. Fra gli elementi di affinità che collegano Caravaggio e Manzoni vanno sottolineati: -la scelta di temi religiosi resi in modo accessibile al popolo; -la rappresentazione realistica di scene e figure popolari; -lo stile umanizzato di visioni interiori. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Elisabetta  Mancini - vedi tutti gli articoli di Elisabetta  Mancini



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Spaghettini con zucchine e pomodorini
Portare ad ebollizione in una pentola 3,5 litri d’acqua, salare con sale grosso, e lessare gli spaghettini per 8 minuti.
Nel frattempo, lavare ....
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Nel frattempo preparare una salsina per condire ....



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I Promessi Sposi e la pittura del Seicento freccemartedì 1 ottobre 2013      

La pittura è un documento storico considerato da Manzoni, che sa rifarsi a temi tipici della pittura lombarda della Controriforma. Più volte l'autore dimostra la capacità di dipingere un'immagine, arricchendola di un valore simbolico, che rimanda alla forza morale, alla passione interiore del personaggio. Un altro elemento interessante è la preoccupazione di sottolineare l'effetto ritrattistico con i colori, che si intensifica passando dal Fermo e Lucia ai Promessi Sposi. Solo nei Promessi Sposi, Agnese, nel ritrarre rapidamente l'Azzeccagarbugli, cita il suo "naso rosso e una voglia di lampone sulla guancia"(cap. III).

Questo valore simbolico de rosso, ricompare durante il pranzo a palazzo di don Rodrigo, dove il dottore, ancora una volta, si distingue per il suo "naso più rubicondo del solito"(cap. V) che, quando è decisamente ubriaco, diviene un "naso più vermiglio e più lucente". Evidente la sfumatura simbolica, per cui l'ubriachezza non assume solo un aspetto conviviale, ma diviene indizio di corruzione sia del singolo che di tutto l'ambiente sociale. Non è privo di suggestione, trovare, proprio nella pittura barocca, un quadro come il Bacco del Caravaggio, in cui si mescolano, derisione del mito dell'ebrezza e senso della corruzione.

L'uso dei colori per caratterizzare lo stato psicologico di un personaggio ricorre, del resto, più volte nei Promessi Sposi. La capacità di comunicare uno stato interiore, puntando sulla visività, per cui i personaggi diventano, anche loro, documenti storici, tasselli nel mosaico spirituale del Seicento, è ciò che collega Manzoni e la pittura lombarda in quel periodo. Questo avviene, in particolare, per i personaggi storici e in specie per Federigo Borromeo, la cui immagine è ricostruita sul modello del cugino S.Carlo, ispiratore di tante opere pittoriche e plastiche, fra le quali, quei teloni del "ciclo Carliano In essi si fa palese la tradizione del realismo lombardo, potato a massima espressione da Procaccini, cerano, Morazzone, Tanzio.

E' la tradizione verista, rispettata da Manzoni in alcune importanti scene del romanzo. Anche la presenza di certi particolari non deve restare inosservata: una somiglianza spiccata c'è fra la scena in cui fra Cristoforo si mette a mangiare nel lazzeretto (cap. XXXV) e il quadro di Daniele Crespi "Il digiuno di S.Carlo". Altri elementi della visione pittorica avvicinano il Manzoni, non solo all'arte della Controriforma in senso lato, ma al pittore, che più spicca in esso: Caravaggio, il quale fu influenzato, notevolmente, dalla scuola lombarda, avendo fatto a Milano il suo apprendistato. Fra gli elementi di affinità che collegano Caravaggio e Manzoni vanno sottolineati: -la scelta di temi religiosi resi in modo accessibile al popolo; -la rappresentazione realistica di scene e figure popolari; -lo stile umanizzato di visioni interiori. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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